S’infittisce la presenza della poesia e più in generale della scrittura di Paul Celan nell’opera di diversi autori italiani di questi anni; mi è gradito, per esempio, accennare ai seguenti versi:
Lenz non aveva visto più nessuno.
Qualcuno lo aveva abbandonato.
Fuori ci si spartisce il secolo
e con mute furibonde scavalcheremo
l’anno, ognuno dalla sua parte
ognuno con il suo pezzo di bene nella bocca.
“Fuori fa freddo ed è gennaio”
e tutti ci cerchiamo con le mani
come ciechi, come assassini.
Da lì non avremo più il coraggio
di uccidere nessuno.
Si fanno larghe le pozze tra la neve
come i perdoni tra le impronte