IL MARTELLO DI YOSHIMASU GOZO
Il martello apre la parola: percuotendola la fa risuonare e la scheggia | la fessura | la spacca | la slabbra | la ferisce
Il martello inchioda oppure appiattisce o piega oppure ritma un tempo di lavoro o di canto
Il martello prolunga il palmo e le dita e il braccio
Un martello può uccidere
Ma il SUO martello estrae voce suono e vibrazioni e poesia che è pensiero diventato vento
Questo vento martella le tempie e il libro.
Questo martello – brandito alto nell’aria – abbattendosi ristabilisce la presenza

Per Yoshimasu Gozo
Ogni sua performance pubblica è una cerimonia, la poesia è QUEL TEMPO del dire e del salmodiare, è QUELLO SPAZIO dove Yoshimasu Gozo e talvolta un gruppo di giovani musicisti di free jazz incontrano i convenuti.
Il martello con cui ritma il dire o squarcia lo spazio, le pietre di sanukite che gli pendono dalla bocca generando il suono della terra e del tempo abissale, tutto il suo corpo che si muove e si piega e si accovaccia o si alza in piedi, tutto è la materia sonora e spaziale della poesia. Continua a leggere Scritto 70 →
non potendo cantare il mondo che lo escluse / Reb Stein cominciò a leggerlo nel canto