Milano, Via Broletto 39
prima e dopo i bombardamenti del 15-16 agosto 1943.
Negli anni sessanta una bambina per mano al suo papà andava ogni tanto sul Monte Stella. Si fermavano un poco prima di prendere l’Autostrada dei Laghi verso Casnate, dov’era una casa di vacanza, in affitto, con un grande parco inselvatichito. Scendevano dalla Flaminia coupé, grigio metallizzato, usata, e, inerpicandosi per i gradoni spogli, con qualche stecchiolino striminzito di albero rachitico qui e là, salivano sulla strana collina, che, arrivati in cima, a quella bambina sembrava altissima. Anche l’aria era diversa, più fresca, più ventilata. Sotto le case rimpicciolite, le auto lontane, la planimetria della città che si stendeva remota nella foschia, con qualche cuspide in lontananza, il Pirellone, la Torre Velasca, la Madonnina, d’oro sulla sua guglia, come fossero un altrove lontano e rarefatto. Qualche volta se il cielo era limpido si vedevano i picchi innevati delle Alpi a corona. Il Monte Rosa.
Post di rarissima bellezza e pacatezza. Mi ha fatto rivivere le emozioni che anche a me han tolto il respiro quando ci andai su quel Monte con mia figlia piccina. E pensai che rappresenta molto bene lo spirito di Milano.