………………..Luigi Di Ruscio
(Fermo, 27 gennaio 1930 – Oslo, 23 febbraio 2011)
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Raccolgono la neve
(Non possiamo abituarci a morire,
Schwarz Editore, 1953)
Raccolgono la neve
con le mani coperte di sangue guasto
la mettono sulla bocca
per tutti i gelati
che quest’estate non hanno avuto
montano su pezzi di legno
e scivolano per tutti i sogni che non hanno fatto
e sarà giorno di festa anche per loro
fuori dalle case
con le vesti bucate
le scarpe sfondate
mentre la neve fascia di gelo le case
in questa vostra terra
dove dio ci ha fatti bastardi
Luigi Di Ruscio nella lingua di Omero
Ovunque l’ultimo
per questa razza orribile di primi
ultimo nella sua terra a mille lire a giornata
ultimo in questa nuova terra
per la sua voce italiana
ultimo ad odiare
e l’odio di quest’uomo vi marca tutti
schiodato e crocifisso in ogni ora
dannato per un mondo di dannati.
Παντού τελευταίος
γι’ αυτή την απαίσια ράτσα των πρώτων
τελευταίος στην πατρίδα του με χίλιες λιρέτες τη μέρα
τελευταίος σε τούτη τη νέα πατρίδα
για την ιταλική φωνή του
τελευταίος να μισεί
και το μίσος αυτού του ανθρώπου σάς σημαδεύει όλους
ξεκάρφωτος κι εσταυρωμένος κάθε ώρα
καταδικασμένος σ’έναν κόσμο καταδικασμένων.
[Traduzione di Evangelia Polymou
tratta da Poiein]
ovunque l’ultimo per questa razza orribile di primi

ovunque l’ultimo per questa razza orribile di primi
ultimo nella sua terra a mille lire a giornata
ultimo in questa nuova terra per la sua voce italiana
ultimo ad odiare e l’odio di quest’uomo marca tutto
schiodato e crocifisso ogni ora
dannato per un mondo di dannati
.
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Ciao, Luigi
La neve nera di Oslo
Un Di Ruscio scatenato, vitale, comico e caustico allo stesso tempo, irriverente al massimo, torna nelle pagine di questo libro con una lingua graffiante ed eversiva che, come scrisse Italo Calvino: «Ricorda Céline, per la volontà di scaricare nel flusso delle parole una cupa aggressività».
Attuale e potente come pochi per la forte capacità di testimonianza, oltre che per l’indiscusso valore stilistico, La neve nera di Oslo cresce lungo una narrazione fluviale in prima persona, e in presa diretta, che lo scrittore fa avanzare tra bizzarre considerazioni politiche e filosofiche, intrecciate al vivere sociale e quotidiano, alle aspirazioni e ai sogni di un emigrato italiano. Argomenti della narrazione sono la privata quotidianità, l’odissea della vita di fabbrica e l’orgoglio di far parte di una classe operaia che va oltre l’appartenenza diventando condizione umana universale. Intorno il malinconico ed esistenzialissimo paesaggio lunare di Oslo, che il nostro attraversa in bicicletta o a piedi, una metropoli tra i ghiacci che sentirà per sempre straniera.
Buon compleanno, Luigi
BUON COMPLEANNO, LUIGI!
AUGURI CARISSIMO LUIGI!
Oggi è una giornata speciale: è il COMPLEANNO DI LUIGI DI RUSCIO e noi, di CARTESENSIBILI, congiuntamente a IL PONTE DEL SALE, LIETOCOLLE e LA DIMORA DEL TEMPO SOSPESO, gli abbiamo voluto fare festa. Noi tutti, insieme con tutti gli amici che lui ha qui, in Italia, abbiamo per l’occasione tinteggiato con il mare le fabbriche, allontanando per un istante l’amaro di questi tempi. Oggi la sua festa reclama la gioia. Abbiamo poi cercato una via, una rete di vie, per raggiungerlo e…
Cristi polverizzati – di Luigi Di Ruscio
Certi come ghigliottinati e fucilati morivano al centro di un festoso cerimoniale. Ero immerso nelle acque fetali, sono immerso in questa acqua sociale. Certi con rendite stupefacenti morivano torturati da costosissimi interventi chirurgici, straziati da speculate operazioni chirurgiche, certi muoiono ai lati delle strade avvolti da una calma stupefacente.
Il sorriso di Dio – di Luigi DI RUSCIO
L’allucinazione – di Luigi DI RUSCIO
(Da: Luigi Di Ruscio, L’allucinazione, Edizioni affinità elettive, Ancona, 2007)
L’allucinazione,
la forma più realistica dell’irrealtà.
Guido de Ruggero
Mi ha ripreso la voglia di scrivere, succede sempre, in autunno non ho voglia di scrivere, con l’approssimarsi del nuovo anno mi riprende, è da tenere conto che ho 77 anni e mi è rimasto poco tempo, non solo perché si muore, ma anche perché uno rincretinisce. Già noto un calo della memoria che non è mai stata buona, dormo troppo, non riesco più a vedere un film intero. Continua a leggere L’allucinazione – di Luigi DI RUSCIO
Le streghe s’arrotano le dentiere – Luigi DI RUSCIO
Da: Luigi Di Ruscio, Le streghe s’arrotano le dentiere, introduzione di Salvatore Quasimodo, Marotta Editori, 1966 (integralmente ristampato in Poesia Italiana E-book, Biagio Cepollaro E-dizioni, Milano)
Continua a leggere Le streghe s’arrotano le dentiere – Luigi DI RUSCIO
Il segno che rimane – Luigi DI RUSCIO
più degli assolutismi preferisco i miei relativismi
più di tutto il credere amo il mio dubitare
più della crocefissione d’Iddio amo la sua resurrezione
più delle concentrazioni amo le mie distrazioni
al papa mitrato preferisco un pippo scappellato
più della ritualità amo la creatività
più del sonno preferisco la veglia
più delle radici preferisco il radicalismo
all’occupazione preferisco la liberazione
degli occupanti preferisco chi lotta contro l’occupazione
non pregate
Iddio conosce tutto quello di cui abbiamo bisogno
e tutto ci sarà dato e ci è stato dato
senza chiedere niente
Continua a leggere Il segno che rimane – Luigi DI RUSCIO
Non possiamo abituarci a morire – di Luigi DI RUSCIO
Da Non possiamo abituarci a morire
(Milano, Schwarz Editore, 1953)
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Raccolgono la neve
con le mani coperte di sangue guasto
la mettono sulla bocca
per tutti i gelati
che quest’estate non hanno avuto
montano su pezzi di legno
e scivolano per tutti i sogni che non hanno fatto Continua a leggere Non possiamo abituarci a morire – di Luigi DI RUSCIO
Una poesia inedita di Luigi DI RUSCIO
le radici riguardano
solo il mondo vegetale
gli umani camminano volano
si perdono e magari ritrovano
strapiantano e godono
cercano nuovi pianeti abitabili
vogliono lasciarci
sparire
Il seguito in questo bellissimo post dedicato a uno dei pochi grandi poeti italiani contemporanei.
Grazie, Liliana.