Genti dolorose – di Luca ARIANO

[Genti dolorose è una delle sezioni dell’ultima opera di Luca Ariano, Contratto a termine, di prossima pubblicazione.]

Genti dolorose

“che tu vedrai le genti dolorose
c’hanno perduto il ben de l’intelletto”

Dante (Inf., III)

Gli occhiali scuri la mattina presto
per Patrizio sono uno scudo alla sabbia
della notte, all’ansia d’un passo autunnale.
Ti porti sempre la tua aria di sagra
e ravioli d’oca ma quel giro di giostra
un po’ stantio l’hai lasciato lì.
I palazzoni delle periferie non sono poi
così diversi nella Metropoli e in quei piani
s’intrecciano note suonate male e l’odore
umido del vento quasi non si sente più.
Teresa per mano ti porta nel suo molo di pescatori,
in una di quelle navi dove è salita,
dove si sentivano le grida di mercato e reti
ancora da sciogliere; parla e ti racconta
la sua storia di piazze e sotto la campana
di strade vuote e rintocchi di lacrime
sono i graffi della lunga notte.
Don Gigi nel suo oratorio di quartiere
un po’ di teste le aveva cambiate tra biglietti
anonimi e giornali bruciati ma solo nell’ombra
d’uno sparo le sue preghiere durano l’attimo
d’una notizia alla radio e le stanze si gonfiano
di paura un’altra giornata.

*

Eserciti s’affrontano ai limes sguarniti:
orde depredano tra burocrati e ministri
da Basso Evo e dal balcone si sente
la canzone dell’eroe del Rione
benedetto la domenica in confessione.
Il tuo naso semita – forse traccia cromosomica
d’un altra epoca – è il passo di braccianti
da masseria a masseria
quando i briganti aspettavano i Piemontesi
al bivio; le tue mani pulite hanno dita
d’artigiano a risuolare scarpe.
Teresa oggi è chiusa in casa con quel tempo
che non sai più che stagione è:
“Mira mira” il battello che costeggia le isole
con gli ultimi spruzzi di sole
ed è tempo di migrar come bufale
a pascolare su discariche.
Accanto alle scuole in via Toscana dell’Eridania
è rimasto solo lo scheletro e siringhe
tra l’erba dove domani si sposeranno.
Una dose la puoi comprare al Parco Ferrari
e t’immagini un’azione della banda Corbari
prima dell’ultima rappresaglia gridando “W l’Italia!”

*

In quella casa Teresa ha trascorso
stagioni – quando hai gli occhi spensierati,
ma le generazioni passano
e delle onde sugli scogli rimane un po’ di sale
a erodere il tempo d’un tuffo.
Fiulin le conosce bene quelle case,
lui che ancora gioca con l’Enrico,
stanotte in riva all’Enza con la gola trepidante
e calzoni stirati dal vento d’una promessa
non ancora mantenuta.
L’Emilio una domenica a Milano senza partite,
nell’imponente silenzio di San Siro
tra cani scodinzolanti e stoviglie della festa,
a svuotare scatoloni come prima d’un ritorno.
L’Andrea voterà socialista – forse per tradizione:
suo padre commosso
a fischiare l’Internazionale
che nemmeno una lira avrebbe preso negli anni Ottanta.
Guido è rimasto comunista per quarant’anni
anche quando suo fratello Paolo
non è più tornato dalle valli
e il Maresciallo Tito era un altro sogno
da riporre in cantina.
Sicuramente lui c’era quando han bruciato
Giordano Bruno: ha filmato tutto
col videofonino e lo puoi scaricare su you tube
ma per le scene piccanti lo trovi su you porn.

*

Ogni benedetta mattina all’Emilio
tocca insegnare a quei ragazzi in bomber
e stivali d’oca – figli della buona borghesia,
ancora freschi di spedizioni punitive
a schiacciar le zecche ubriachi di birra
la sera ai Navigli.
Se lo ricorda Luciano che giocava a scuola
con lui, ora tifa Lazio e l’ha riconosciuto
manganellare in una rissa.
Suo nonno era sceso in Piazza Principe
fino a Piazza De Ferrari e Tambroni
“L’abbiamo cacciato noi!”
Ora ha il sorriso d’un dolce vecchietto
di forti rughe ma con la Volante Rossa
non c’era da scherzare… “Se non era per il Partito
li sistemavamo ben bene!”
E la faccia di quel bambino sorridente in una foto
scolorita sarà il truce polso d’un dittatore
morto nel suo letto in tarda età.
Teresa coi suoi occhi di febbre danza di tosse
ma dal lucernaio della mansarda la nebbia
mescola le case come un brano d’opera
cantato in altre stagioni d’antiche radio.

*

Stessa stazione un anno dopo,
sala d’aspetto a sfogliare giornali;
un operaio interinale suicida:
lascia moglie e figli.
Teresa volta un’altra pagina
prima dell’ansia d’un volo interrotto nella nebbia.
L’Enrico – che la sua storia pare uscita
da un film d’Almodovar… da una canzone
di sorcini – vorrebbe una zingarata d’altri tempi,
tra campi come quando le risaie si riempivano;
non rimane che l’Emilio con la sua spoglia casa
tra lo scalo merci e il silenzio dei marmi.
Stasera guarderà una tribuna politica
prima di due passi in Duomo per i cent’anni
della sua Beneamata.
Fiulin si ricorda la pioggia a Senigallia,
con tua nonna già vittima dell’osteoporosi
e quel cancro che soffiava da Casale
non troppo lontano.
C’era un sole d’autunno a Barceloneta
tra mura sfarinate di vecchi pescatori:
non è roba da turisti, tapas in quel bar
dove ancora ritrovi le facce di quartiere
incartapecorite dal sale e dai gas

*

I cavalieri d’Annibale
– si dice presso il Ticino, sconfissero
i fanti di Scipione in fuga sul Trebbia.
I cercatori d’oro – dai tempi di Plinio –
setacciano il fiume e ora non rimane
che pescare metalli pesanti
mentre la Tavola Periodica sgorga dal rubinetto.
Teodosio non ci credeva poi molto in quel Dio,
preferiva Apollo e Marte,
ma il potere delle religioni vale più di mille eserciti.
L’Emilio ripassa la sua storia
e quando Claretta sul divano si struscia,
manda giù il suo boccone amaro e gli anni all’Università.
Il professor Piero non capì mai
l’azione di Via Rasella e il figlio Franco,
comunista dell’ultima ora,
forse ci sperava davvero nella Rivoluzione.
Nell’antica provincia romana c’è odore
di raffineria, di petroliere nel porto
che tanti sghei hanno portato:
guai a parlarne ma quei sorrisi non diventeranno
mai padri e la chemio per quel cancro al polmone
ha il sapore nero del vento che s’alza di notte.

*

Nota

Luca Ariano è nato nel 1979 a Mortara (PV), è cresciuto a Vigevano e dal 1998 vive a Parma. Ha pubblicato nel 1999 la raccolta di poesie “Bagliori crepuscolari nel buio” presso Cardano di Pavia. Numerose sue poesie sono apparse su riviste tra cui La Clessidra, Il Foglio Clandestino, Ciminiera, La Barriera, Tabard, clanDestino, Palazzo Sanvitale, Nel verso, siti e blog letterari in internet tra cui Faranews, Farablog, Viadellebelledonne, FuoriCasa.Poesia, La poesia e lo spirito, Oboe sommerso, La costruzione del verso, LiberInVersi e su antologie tra cui Oltre il tempo/Undici poeti per una Metavanguardia, curata da Gian Ruggero Manzoni per le Edizioni Diabasis (2004) e La coda della galassia, a cura di Alessandro Ramberti, FaraEditore (2005). Collabora con le riviste Il Foglio Clandestino e Tabard. Nel 2005 è uscita la sua seconda raccolta di poesie “Bitume d’intorno”, con la prefazione di Gian Ruggero Manzoni, per le Edizioni del Bradipo di Lugo di Romagna. Con Enrico Cerquiglini ha curato per Campanotto l’antologia Vicino alle nubi sulla montagna crollata (2008).

***

2 pensieri riguardo “Genti dolorose – di Luca ARIANO”

  1. caro Luca
    grata per la tua partecipazione a Brussellando
    La tela sonora avrà spero l’onore ed il piacere di riaverti in diretta a Brussels, Radio Alma 101.9.
    il tuo talento e la tua voglia di fare, la tua chiarezza e la tua lucidità di faranno andare lontano
    un abbraccio da Giovanni Malatesta ed Angiolo Rosselli

    a presto
    d

  2. Grazie a Francesco per questa piacevole sopresa. Non mi aspettoavo di venire postato così presto… ;-)

    Grazie a te Daniela, a voi, per aver “sopportato” le mie parole in Radio. Mi piace parlare, discutere, leggere attraverso questo mezzo. Devo dire che la TV ormai l’accendo pochissimo, la Radio invece mi tiene sempre compagnia e la trovo ancora affascinante ed interessante. Il vostro programma è davvero bello e lo consiglio ad altri poeti.
    Buon lavoro e buone vacanze (vista la stagione)

    Un caro saluto

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