I muri di K.

Giacomo Sartori, I muri di K., 2013

Giacomo Sartori

“Cari muri di K.
anche sotto la mia pelle smagliata
c’è sangue fresco
anche la mia pancia
vomiterà budella
di terra rossa”

I muri di K.

4

L’etica di un muro
è conservare
la terra e l‘acqua
nascondere il gruzzoletto
sotto il materasso
i muri sono anticapitalisti
rifuggono le mietitrici con il servosterzo
e gli atomizzatori automatici
non parliamo poi
dei derivati finanziari
e del prodotto interno lordo
se ne fottono
pretenderebbero che la gente cammini
come nel Medioevo
amano fare sudare
adorano la fatica degli uomini
rimpiangono gli zoccoli degli asini
sono dei temibili fondamentalisti
hanno insomma quello che si meritano
(che crepino sotto il solleone
d’una degradante notte mediatica)

7

I muri vivono
più a lungo dei muratori
(o insomma di chi li ha eretti)
questo lo intuiamo
anche nella nostra barbarie
digitale e globalizzata
Quanto a loro
i muri di K.
assistono impassibili
tacciono testardi
sopportando le cosiddette intemperie
contemplando i tramonti
senza peraltro sentimentalismi
e senza imparare niente
semplicemente tengono duro
(come si faceva una volta
come insegnava mio padre)
aspettando il seguito
sorridendo dalle fessure
delle loro bocche sdentate
poi però crolleranno a terra
sfiniti anch’essi
di tanto silenzio
di tanto essiccarsi di senso
La solitudine
e l’eternità
sono per gli dei

8

Estromessi pure voi
dal cosiddetto mercato globale
(un nuovo dio
come tutte le divinità
celato alla vista)
demotivati e apatici
ridotti a
negletti monumenti
(all’arretratezza?)
cotti dal sole
lisciati e lisciviati
dagli inverni dalmati
Nessuno che vi dia il blasone
di land art
(per morire
in pretenziosi musei
di acciaio e cristallo)
nessuno che vi dichiari
patrimonio dell’umanità
(la tomba patinata
della celebrità mediatica)
Il vostro problema
è non poter morire:
agonizzate nell’indifferenza

9

Cari muri di K.
cosa ne pensate di Stavrogin
e del perpetuarsi del male
(le ipostasi contemporanee
appaiono sempre
meno tremende
meno colpose:
quasi interessanti)
come valutate
l’aggressivo individualismo
dell’era neoliberale
e lo sdilinquimento dell’etica
nelle ragioni dell’economia
(le stesse che governano
la distruzione totale)
il culto integrista della tecnologia
l’estinzione della trascendenza
e di tutto ciò che è alto
(compresa la letteratura)
la dittatura interiorizzata
dei cerimoniali mercificati
cosa sogghignate
quando vi parlo
come vi permettete
di snobbare
i miei rustici filosofeggiamenti
non sapete tutto
nemmeno voi siete eterni
la vostra eleganza primitiva
si arrenderà all’intrico vegetale
le radici dei pini
(ordinarie radici
di ordinari pini
geneticamente immodificati)
vi piegheranno

12

Saggi muri di K.
pensate davvero
che gli dei siano estinti
che nulla ecceda
i gangli nervosi e la saliva?
Credete anche voi ai geni
e agli ormoni?
Davvero siete sordi
al bussare lieve
sulla superficie dei polmoni
e sulle scapole?
Come spiegate
le quotidiane epifanie
dell’inesplicabile?
Come decifrate
il cosiddetto ritorno religioso
il trionfo dei culti low cost
(irruento marketing spirituale)
i sincretismi personali
più estrosi e disparati
le liturgie fai da te
i riassemblaggi empirici
di prassi magiche
gli sciamanismi metropolitani?
Non vi sembra inevitabile
e anzi coerente?
Vedete un altro sbocco
per l’era dell’individuo sovrano?
(anzi imperatore)
Pensate che qualche uomo
possa vivere
senza uno straccio di senso
condiviso
senza un qualche accesso
alle caverne profonde
aperte sul cielo?
Pensate ancora
che le credenze cosiddette laiche
possano puntellare
le atomizzate nevrosi
e depressioni
(prozac dialettico)
possano arginare
la bestialità umana?
(si può arginare il male?)
Dai vostri spalti
di pietra stratificata
assisterete a altri olocausti

[Testi e immagini sono tratti da Nazione Indiana, dove sono stati pubblicati il 19 agosto e il 28 agosto 2013.
Ringrazio l’autore per aver gentilmente concesso di ripubblicarli qui. fm]

***

2 pensieri riguardo “I muri di K.”

  1. “e quotidiane epifanie
    dell’inesplicabile?”
    “I muri di k.” sono un monito contro l’ indifferenza, la mercificazione, l’individualismo esasperato del nostro tempo arido.

    Rosaria Di Donato

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.