James Harpur
Il tuffatore di Paestum
Dipingi questo sarcofago di pietra
Con scene del mio convito funebre.
Raduna i miei compagni d’un tempo
E ponili sopra letti morbidi.Fa’ che il vino sciolga loro la lingua
Carezza le carni dei loro efebi
Succhia a baci dai flauti melodie
Trai armonie pizzicando le lire.Tutto mi son lasciato dietro.
Scorie di vino mi impastano la lingua
La musica fa stridere il silenzio
E pelle sulla pelle mi disgusta.Dipingi tinte ricche e veritiere
Fa’ che la sensualità colori
Questo sepolcro gelido ed ascetico –
Ad eccezione dell’interno del coperchio:Qui fai vedere l’oceano sconfinato
Uno o due alberi con rami come felci
La sagoma di un trampolino;
Che tutto sia essenziale e delicato.E raffigurami senza veste alcuna
Un’anima nuda in volo e rilucente
Che attraverso la mia vita sensibile
Si tuffa nelle acque dell’oblio.
Traduzione di Francesca Diano
non conoscevo questo poeta, ringrazio in particolar modo la sig.ra Diano per la traduzione
Ciao Almerighi, strano che tu non lo conosca. Alcune cose sue nella mia traduzione sono state pubblicate su L’Ombra delle Parole. E una ricca scelta su Poesia di Crocetti l’anno scorso, sempre a mia cura.
evidentemente comincio a rincoglionirmi, comunque grazie a te per l’ottimo lavoro
Grazie inoltre a te!
L’ha ribloggato su natalia castaldi [exilio y desnacimiento].
Carissimo Francesco Marotta, immensamente grata e onorata di essere stata accolta qui. Un grazie affettuoso.