Frutto della furia – di Chiara DAINO

Chiara Daino, 1

FRUTTO DELLA FURIA

invasi la scena – sullo sfondo –
di collera, di cupidigia,
dittatura e distruzione

mia madre la signora,
mai lo spettro di mio padre,
monco di senso per provare

ora spolpo il tempo e cerco in ogni dove,
l’eclisse di un uomo – l’uomo senza sede

e se non lo recupero, la mia ricerca resta
[insiste:] avrò il mio antico essere uomo,
il viaggio è ogni segno della dimensione,

perché sono: fatta della furia
– sicura – la firma del furore
è così: io è il frutto della furia

prossimo il tempo prossimo
a prendere: la preda che sia

tu: commenta pure che non importa,
che non si altera la marcia con meta
la so la devo trovare la tale tregua per la mia mente
lo so se no se non sarà: la mia testa domani è rovina

ma ora secco i secondi

e rovisto tutto lo spazio, e non trovo l’uomo che non si trova
si tende al quando non si raggiunge: e la mia – caccia continua
di nuovo avrò il mio: uomo buono,
[io so] e porto i piedi in ogni punto

chiaro che sono un ramo di rabbia,
chi è il frutto della furia – è dato
che vive come figlio del furore e

procede: prossimo alla presa

[da Lupus Metallorum, Wrathchild, Iron Maiden]

 

L’AMORE LACERA

se in salvo la mano
al caldo: e ti colma
è: quando giungo
è: quando sguscio

scivolo nella nebbia a stento senti il suono
accordo baci come malefici e a pieni palmi

con la coda del cupo, l’amore lacera
è nella tua stanza, nel sonno assoluto
nel dove sei steso, sicuro, sono serpe
verso di te – mi muovo [spira e nodo]

ancora scendo premo le tue labbra
ti trapasso e ti piego: il tuo sorriso
è come ti bevo… sorso dopo sorso

ora sei mio…– e ti tiro a filo
gusto a pelo il tuo legno vivo
e domino – la tua anima trita

tu ti agiti angelo in gemiti gentili
l’aria lasciva: nel lamento si leva

la notte secca, il rosso spuma
l’amore ti mastica, ti invita
e si tributa: ogni ora – tarda

l’amore si eccita e ti delizia
munge ti succhia alla goccia

è un piago di carne l’amore

l’hai inteso – a prima vista:
avresti adorato la mia razzia

dal primo morso dal mio
primo pasto da quel quando
nessun ritorno nel tempo per te

e adesso: vieni…
nella mia morsa,
io scateno ogni ora
torno a tendere lacci
torno al mio – divoro

la notte/ è fossa/ di denti

[da Lupus Metallorum, Love Bites, Judas Priest]

 

SPRECHI DI SENSO

forse quella fase avrà forma
e sarò una persona – perfetta,
al momento metto a segno: il mio meglio,
ad oggi. per ora. è tutto – quello che posso

scavo senza sosta, più lungo ogni giorno
è in levare, fino al quando – e si abbassa
prima l’oro poi piombo: la luce in declino

continua a credere, complice, [per come puoi]
sogna, la scintilla, sorella per sangue, spero sia
tratto – il vostro evadere – un regno. reso reale

tutto il nostro moto passa [sotto silenzio]
in fretta: e dalla furia del tempo – teso
guasti i giorni, operi il pieno di vuoto
logori gli anni per il peso: «siamo soli»

il senso si spreca
in una carezza
senza speranza
[si perde l’amore
in un gesto cavo]

sono volti i vapori nel nero notte
sono corsi le rene, e le linee sono
impresse – nella tua mano

leggo la fame, finge l’iride,
TI VEDO: il grido con ferma
e frantuma. «l’ora del ferro»

[da Lupus Metallorum, Wasting Love, Iron Maiden]

 

§

 

knut, knife, frusta a filo:
ti lacero. ti logoro!

[puoi dirlo: addio…]

se. se sono errori
se siamo: esausti

di pièce / ora tace / una noce /

sono come. cappio. nella cella
per farse. forca. per frasi ratte.

«per la bocca di fumo,
pupilla di venere
,

 

                                           aveva fame»

[da Lamer]

 

§

 

tre: del perfetto.
del cinque, uomo.
dove si dice

«insieme?» tre più cinque
fissa la data – al di là
è la somma che lega
– passo a passo – l’otto:
la danza, fitta. càpita…

[da Lamer]

***

12 pensieri riguardo “Frutto della furia – di Chiara DAINO”

  1. “chiaro che sono un ramo di rabbia,
    chi è il frutto della furia – è dato
    che vive come figlio del furore e

    procede: prossimo alla presa”

    e “si perde l’amore/in un gesto cavo”

    Li “sento”, tra/con gli altri, come un grido.

    Ferma pure io. Fissa al gesto cavo.
    Alla mano che non sa benedire, che sa solo l’errore (e la colpa)

    La furia di Chiara e, sul mio spaziozero, la furia del mondo.
    Coincidenza, in questo tempo (mio, forse non solo) che la furia batte a tutte le porte?

    Un abbraccio
    liliana

  2. “… e la vita, una Furia che butta fiamme”
    [Alfred Tennyson]

    e si salda nella fede: il cerchio si chiude. si traduce: *ring* è il rumore anfibio, anello e agone.

    Stringo Liliana nel sempre che sa e Francesco nel TUTTO che è.
    Grazie. E valga – a rendere: quanto grandi siete.

    Chiara

  3. Interessante l’accostamento del cigno nero con la poesia di Chiara Daino: una “forma” di provocazione all’esistente, sempre in minoranza, sempre in ribellione, ma mai perdente.

  4. forse a qualcuno darà fastidio, non lo so, però è proprio brava.
    scusate la poca profondità del commento, ¿saranno i quarantigradi?

    un abbraccio

  5. più leggo la ragazza più ne apprezzo la ebbra allegrezza che disvela e divelle la crudità dintorno, insomma c’è sotto una energia – “teatrale”, “vitalistica” “letteraria” “metallara” “esibizionistica” “plagiaria”
    diranno alcuni – Chiarissima. Un saluto molto aro a lei e Francesco, Viola

  6. Luigi, Alessandro, Viola – Voi: moti, motivi e motori.
    Dai *come Voi* – ogni R’ESISTENZA!
    Qui – nella Dimora dove Francesco aduna, accoglie, abbraccia!
    Per Voi – per dire [GRAZIE!]

    Su di lei, esiliata nel suo cuore
    Prezioso, la fanciulla, come un cigno
    Che nasconde i suoi occhi tra le piume

    [Mallarmé, traduz. di A.Guerrini]

  7. (altri) fragmenta

    lei è l’innumerevole CHIARA
    che non puoi contare
    se non per brevi
    porzioni d’INFINITO
    lei gioca con le oscurità
    nel mare di neri broccati
    spalancando i cieli lontani
    con un batter di ciglia

    mirko

  8. Grazie a tutti per i commenti a una poeta che ha il merito (e scusate se è poco) di spostare sempre un po’ “oltre” la soglia di percezione di tutto ciò che, attraverso la parola, si fa esistenza e, in quanto tale, pone in essere la visione stessa, accende lo sguardo che la (può) accoglie(re): in un mareggiare continuo, sottile, come un corpo in bilico tra due sponde che si abbracciano, allontanandosi: quella di ciò che si dà all’occhio che non trattiene; e quella che, senza parole, è traccia invisibile di pura parola: l’unica presenza che permette all’occhio di farsi dimora e voce.

    fm

  9. Un uomo buono lo si trova nascosto nel tempo. Senza sede, perchè la sua sede è nel cuore. Senza dimora, perchè la sua dimora è nella mente. Senza casa, perchè la sua casa è nel corpo. Un uomo buono lo si trova nascosto nel passato, in quel gran gioco a nascondino senza spazio che si chiama “a presto”. Passato prossimo, remoto, imperfetto o più che perfetto che sia. In fondo, un uomo buono lo si trova. Furia o meno. Nel tempo senza sede, che procede: prossimo alla resa.

  10. In ritardo [si rivolta per rapide/ripide] ringrazio: e FRANCESCO – che allaga dall’ALTO [è il PADRE, e *nutre* la figlia – nonostante non sia: *come* gli altri la vorrebbero] e MIRKO [Sir in strade simili] e DANIELE: e si resta – nello spazio nella sede nel solco si sgorga: il sorriso [risvolto rialzato].

    GROTTE DI GRAZIA per la mia noce rossa

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