Annamaria Ferramosca
Per segni accesi
Giuliano Ladolfi Editore, 2021
Prefazione di Maria Grazia Calandrone
Luminoso e molto ispirato questo nuovo libro di Anna Maria Ferramosca, Per segni accesi, Ladolfi editore, con la sentita prefazione di Maria Grazia Calandrone. Suddiviso in tre sezioni, ciascuna introdotta da un’epigrafe omaggio a tre poeti molto diversi, (Zagaiewski, Ruggeri e Rosselli) ma accostati nel suono di versi che rendono il moto impetuoso della vita.
E di vita infatti si tratta, partendo dalla nascita che dà inizio al libro “… e uno stormire basso quasi un silenzio/ permette all’utero l’ultima spinta/ dev’essere pace intorno per il primo grido …”; nascita propria, personale, memoria ancestrale forse, che subito però si fa altra, più ampia e universale se già al secondo testo l’autrice ci porta su altro piano:
pianeta d’aria e luce e fango
dalla notte arcaica risvegliate
memorie d’oceano alghe azzurre
e sulla terra l’alba degli incontri
brusio di passi
scavano i fianchi ai monti
una rete di valichi e sentieri
come una profezia
Il luogo iniziatico è la terra, alba degli incontri e di tali incontri, antichi, mitici, contemporanei l’autrice ci parla, in un canto al tempo stesso concreto e visionario, in un flusso poetico limpido e robusto. Si percorre un cammino, personale e comune, chiamo mi chiamano/respiro il comune respiro/insieme camminiamo insieme andiamo/, a tratti arduo e periglioso che attraversa boschi, mari, oceani, evocati come luoghi di morte e tragedie attuali, un cammino dove siamo tutti migranti alla deriva “navighiamo l’ignoto mare di odisseo..”.
Con fermezza e ardore etico Annamaria Ferramosca canta un’umanità smarrita, chiareferoci le nostre solitudini/ molecole disaggregate…, è un canto doloroso il suo; tuttavia, stemperato da un profondo senso di gratitudine alla vita e da una speranza, direi una vera fede nell’amore, nella comunanza, nella condivisione, come in questa splendida poesia, a mio avviso centrale del libro, che è anche una perfetta dichiarazione di poetica:
c’è un’arte che ci fa immuni
e guerrieri senza bisogno d’armi
arte del camminare accanto
insieme seminare mietere
insieme spartire pane e parole
grati a ogni vita
da poeti abitare la terra
vivere di sostesilenzi per
ogni bagliore ogni voce
ovunque comprensibile come un verso animale
(la chiamano poesia) è
libero volo compassione occhio
testimone del vento del tempo
sintonizzarci sulla sua frequenza
provare a tradurre qualche lembo
della sua densa leggerezza
in segni vivi pure imperfetti
poter salvare il suo silenzio
l’invisibile sua lingua inarresa
L’invisibile lingua inarresa è il mezzo per evocare la nostra condizione, la feritaluce dell’origine, l’incognita angosciosa del buio, quel non sapere quando e perché qualcuno di nuovo premerà cancella; così come la piccola Nicole, la mia matta speranza, l’innocente meraviglia dell’infanzia, illumina e dona speranza in una salvifica arca dopo un immaginario diluvio.
Il libro, come detto in premessa, si apre con una nascita, un venire alla luce, ma la luce attraversa l’intero poema e con questo segno acceso di speranza si chiude nella poesia Terra domani, di cui ricordo gli ultimi versi memorabili, per dar conto di una circolarità espressiva, di contenuto e anche profetica:
sentire feroce il sole ridere
di noi umani confusi reclusi
a schivare corpuscoli armati
ad attendere lentissima
la chiarezza.
dalla sezione Le origini l’andare
perché sempre ubbidire perché non nascondere il capo nel sacchetto del pane all’accostarsi solenne dell’angelo a quel suo eterno gesto di creta azzurrina basterebbe arginare le folate del manto deviare in un crepaccio il soffio ardente basterebbe cercare una falda vicina alla casa – acqua di prossimità – per cementare ogni crepa sul muro chiedere un prodigio diverso se non i pani ma i muri si moltiplicano muri a secco di compassione non hanno mai riparato né un rovo né un geco dagli incendi è un fiume amaro a sprofondare carsico in petto lasciando allo scoperto sedimenti incoerenti domandepietre
*
a voce bassa ti parlo nell’orecchio perché solo tu possa sentire possa salvare un grido perché lo porti con te pure nel sonno conservalo marchiato in gola a marcare la nascitamistero origine del suono del senso quel valoroso strappo dal disordine l’urto primitivo degli atomi la loro contentezza dell’incontro dopo tanto vuoto basculare nel vuoto fino al chiaro delle nozze all’affiorare di questa voce finalmente assemblata carne che festeggia l’inizio iniziata voce all’amore al dire al dire al fulgido com- unic- are articolare il mondo dire del corpo vivo dell’ingorda gioia dei sensi della folla degli esseri cangiante dire della compassione del cammino pure del dominio dire e del naufragio fino all’enigma dell’ultimo buio separazione ancora ancora entropia triste di atomi vagabondi
dalla sezione I lumi i cerchi
fare tabula rasa dei pensieri affidarsi al buio con la sicurezza dei ciechi sostare ad ogni angolo della notte afferrare i lumi al baluginare dell’alba sulla bocca delle sorgenti nel luccichio delle nascite verrà l’oceano verranno le sue vele saremo nuovi per nuovi continenti
*
quando le previsioni raggiungono la massa critica il quadro intero deflagra si può agire ormai solo per mani stringendone infinite sgomenti emergere dal fango salvando i pochi semi superstiti risalire i fianchi del vulcano raccogliere lava lapilli versare sul tavolo l’agglomerato farne un totem fermacarte a fermare tutto il caos che piove dalla fronte il tremore sgomento dei neuroni lo spin ha invertito il suo giro matte spirali innescate ribaltate gravità e latitudini contratti i fili che fanno verticale la postura così che siamo rovinati fino a terra e sulle caviglie – erano alate – sta colando resina vischiosa prima che faccia notte prima che la bambina impari a sillabare dobbiamo ricomporre l’asse spezzato liberare il volo aprire nuove misure all’orizzonte
dalla sezione Per segni accesi
l’albero-dea Mirra ha partorito all’alba cade il piccolo Adone dalle guance rosa sul tappeto di foglie sorride non piange mai piange un mito d’amore semmai balbetta innamorato ai morsi di mela già mi ha conquistato a lui s’inchina il bosco divenuto sacro gonfia in fermento l’humus brillante schizzano via le cupole alle ghiande lui audace corre nel rito di passaggio splende audace in sudore corre nel mondo e non ha porto sempre lo inseguo lo raggiungo lo blocco sempre lo trovo senza passaporto
Annamaria Ferramosca è nata in Salento e vive a Roma, dove ha lavorato come biologa docente e ricercatrice, ricoprendo al contempo l’incarico di cultrice di Letteratura Italiana per alcuni anni presso l’Università RomaTre. Ha all’attivo collaborazioni e contributi creativi e critici con varie riviste nazionali e internazionali e in rete con noti siti italiani di poesia. È stata ideatrice e per molti anni curatrice della rubrica Poesia Condivisa nel portale poesia2punto0. È ambasciatrice per Italia e Puglia di Poetry Sound Library, mappa sonora mondiale delle voci poetiche. Ha pubblicato 11 libri di poesia, tra cui il recente Per segni accesi, Giuliano Ladolfi Editore, Premio Voci Città di Roma, selezionato al Premio Camaiore, finalista al Premio Lorenzo Montano; Curve di livello, Marsilio, Premio Astrolabio, finalista al Premio Camaiore; Other Signs,Other Circles—Selected Poems1990-2008, libro antologico di percorso edito per Chelsea Editions di New York nella collana Poeti Italiani Contemporanei Tradotti (traduzioni di Anamaría Crowe Serrano e Riccardo Duranti), Premio Città di Cattolica; Andare per salti, Premio Speciale ”Una vita in Poesia”al Lorenzo Montano, rosa del Premio Elio Pagliarani, finalista al Premio Guido Gozzano; Ciclica, La Vita Felice, secondo classificato al Premio InediTo-Colline di Torino; Paso Doble, Empiria, volume bilingue di poesie a quattro mani, coautrice la poetessa irlandese Anamaría Crowe Serrano, che ha tradotto anche la raccolta Porte/Doors, Edizioni del Leone, Premio Internazionale Forum-Den Haag. Di A.F. è la cura della versione poetica italiana del libro antologico del poeta rumeno Gheorghe Vidican 3D-Poesie 2003-2013, CFR, che ha ricevuto il Premio Accademia di Romania per la traduzione. A.F. è presente con testi poetici, recensioni e saggi critici alla sua scrittura in numerosi volumi collettanei, antologie e riviste italiane e straniere. Sue poesie, presenti nei più noti siti di poesia italiani, sono state anche tradotte, oltre che in inglese (Anamaria Crowe Serrano, Riccardo Duranti), in greco (Evanghelia Polimou), rumeno (Eliza Macadan), spagnolo (Antonio Nazzaro), turco (Mesut Senol), arabo (Sayed Gouda). Ampio materiale bibliografico è disponibile nel sito personale www.annamariaferramosca.it
I pensieri di Marzia Spinelli, così attenti ed empatici! Grazie di questa dilatazione, Massimiliano. Con un caro saluto a Francesco Marotta e a tutta la redazione di Rebstein.
Annamaria Ferramosca