Per il giorno della memoria

Neve di deserto

(a Mahmud Darwish)

neve di deserto
che vegli il rosso letargo
di un seme strappato all’aria
sapessi quante pietre
stanno fiorendo come ali
nelle mani di bambini di gesso
sapessi quanti giorni di grano
sono racchiusi in un cuore di sabbia
nel respiro di questa terra negata
pronta a farsi linfa di miracolo
specchio vivente di uomini
cresciuti sotto cieli di spine

(Da: Alfabeti di esilio, Torino, 1990)

4 pensieri riguardo “Per il giorno della memoria”

  1. Un fiore, un colore, per un ricordo indelebile, perchè la luce negata possa risorgere dalle macerie e l’uomo pentirsi della sua crudeltà.

    jolanda

  2. Certo che a pensare ad un Presidente del Consiglio che racconta barzellette sulla Shoah e un papa (ricordiamo che era stano nella Gioventù hitleriana) che riabilita vescovi negazionisti viene da pensare che può riaccadere da un momento all’altro; oggi più che mai è doveroso ricordare.
    Grande poeta Francesco. Grazie!

    Un caro saluto

  3. Versi raccolti, pronunciati quasi sottovoce, ma che sanno far vivere i gesti, lo spazio e la storia, come richiede la giornata e la memoria.

  4. Ricordare NON basta, non può bastare. La candela tenuta accesa dal bimbo deve rimanere accesa ogni giorno in noi, negli uomini che hanno tra le mani la possibilità di fare qualcosa adesso, e non lo fanno, per i morti di oggi. E’ davvero pazzesco dover stare a guardare l’orrore che serpeggia nel mondo senza poter fare nulla.
    E una preghiera per quanti hanno vissuto l’inferno dello sterminio.

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