Qui si declina il nome della rosa – Ricordo di Maria Grazia Lenisa

lenisa

Maria Grazia Lenisa se ne è andata pochi giorni fa, il 28 aprile 2009. Appartata e nello stesso tempo partecipe. Mai isolata dagli altri, ci lascia i suoi libri, la sua poesia, che in tanti abbiamo amato. Non ho ancora parole per ricordarla come sento dovrei fare, ma alcune sue poesie le propongo qui riservandomi di tornare a parlare della sua opera.
(Nadia Agustoni)

 

QUATTRO POESIE di Maria Grazia Lenisa

 

lombelico_doro

 

Da: L’ombelico d’oro, 2003 (*)

 

UNA PARETE DI VETRO DIVIDE
DALLA CITTA’ DI ALESSANDRIA…

Una parete di vetro divide dalla città di Alessandria,
    voi non vedete che luna straordinaria produce
                         immagini,
    basta che premi il tuo ombelico d’oro.

Io vidi una stanza celeste, sospesa nel vuoto, da tempo
vi abito, proiezione lieta, qui sbatto contro il vetro
se capita che ci ritorno.
                                Alessandria, di là aperta, è
il libro che mi tramanda. Gettiamo spesso i versacci
che casualmente giungono. Oggi è la mia festa,
dall’altra parte mi ascoltano. Ride il ragazzo verde
                       e m’inventa uomo.

 

MA ECO NON RISPONDE…

L’eco di Eco induce a meraviglia nell’ooo…
       che si prolunga come onda.

Qui si declina il nome della rosa: rosae,
         rosarum, rosis, rosas…

Com’era bello quando si chiamavano
da un campo all’altro e si spandeva
                  l’eco
che risponde a se stessa soltanto.

 

L’ORECCHINO

La luna a specchio
                          e tenero l’orecchino al lato
                  destro
con il perno di fiamma…

                               Oh la vaghezza dell’avverti-
                      mento
che a mentire s’impara, inventando, se l’orecchio
                      sinistro
rimasto è in dubbio che non sia diletto splendere
nella luce della Luna.

Se siamo belli, tutto ci è permesso.

 

SPONSALI

In piedi in giardino come nel nuovo mondo,
         entrambi in burqa bianco
con zanzariera sugli occhi. Non sai chi
         faccia la parte di maschio.
Non è che uno ondeggi i fianchi, l’altro
ti sferri un pugno. Sono entrambi baritoni,
               parte di un coro.

 

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“La Lenisa popola cieli e terre, giorni e luoghi di figure d’amore. La sua è un’inventività senza altri limiti che non siano quelli della parola che si ripropone nuova, viva dopo che ha appena concluso la sua rappresentazione. E’ come un sondaggio nella profondità di uno specchio, posto davanti al sogno d’amore: e ne vengono tirati fuori infiniti aspetti e oggetti e situazioni che neppure era possibile sospettare che potessero esistere, perché il supremo dono della parola è proprio quello di non fissare la vita nella propria unicità ma di moltiplicarla e farla esistere e ripetersi senza fine in un’avventura che è sempre diversa e sempre nuova dove la vita è sempre terribilmente eguale a se stessa.” (**)
(Giorgio Barberi Squarotti)

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(*) Maria Grazia Lenisa, L’ombelico d’oro, Bastogi 2003.

(**) Un estratto dalla prefazione a L’ombelico d’oro di Giorgio Barberi Squarotti.

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Qui notizie bio-bibliografiche su Maria Grazia Lenisa:

http://www.literary.it/ali/dati/autori/lenisa_maria_grazia.html

E qui poesie da varie raccolte.

http://www.biblioteca.tricesimo.ud.it/easynet/Frameset.asp?Code=TRICCLT&Page=FormDOC&IDD=8586&FROMSTART=TRUE

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29 pensieri riguardo “Qui si declina il nome della rosa – Ricordo di Maria Grazia Lenisa”

  1. La ricordo con affetto. Ha scritto la prefazione della mia terza raccolta “Frequenze d’Arcobaleno”; eravamo in corrispondenza; ho letto molti dei suoi versi… con dedica; conosceva Dario Bellezza e, una volta, al Caffé Greco, lo ha presentato anche a me… Insomma, ha guidato i miei passi nel mondo della poesia come una madre.

    ” Il male
    ch’è rovescio del tuo bene,
    non ha ragioni per bruciare
    un eden soltanto di parole.”

    Maria Grazia Lenisa

    (da “Laude dell’identificazione con Maria”, Firenze 1992).

    Ciao Maria Grazia,

    Rosaria Di Donato

  2. grazie del bel ricordo, nadia, conosco poco il lavoro di maria grazia lenisa ma le poesie che leggo qui mi sembrano aprire molti mondi, spero che tornerai a parlarci di questa poeta così intelligente e pur aperta all’emozione.
    un saluto,
    r

  3. Prima di tutto un pensiero ovunque possa essere.

    Il nome mi diceva qualcosa, poi, scavando a tentoni e per esclusioni, ho sfogliato l’annuario del Rhegium Jluii 2008 e l’ho trovata : vincitrice del premio Gilda Trisolini con la silloge Amorose strategie che sto rileggendo proprio in questi momenti. Non è passato molto tempo dall’estate 2008, so di averla applaudita assieme al pubblico presente, so che custodirò con cura questa sua raccolta.

    Che sia sempre poesia!
    jolanda

  4. Grazie a tutte.

    Ci occuperemo ancora, e a lungo, dell’opera di Maria Grazia Lenisa.

    Ai suoi familiari l’abbraccio di chi ha avuto modo, in anni ormai lontani, di conoscerla e apprezzarla, e che non ha mai dimenticato né la splendida persona né l’eccellente poeta.

    fm

  5. Maria Grazia Lenisa, una delle grandissime voci della poesia, e certo non solo italiana, non è più con noi. Ci ha lasciato opere meravigliose, una poesia alta, indimenticabile, (ed un’altrettanto intensa, magistrale critica) che solo la vergognosa ignavia dell’editoria “ufficiale” italiana ha impedito (impedisce) di far conoscere come si dovrebbe.
    C’è da augurarsi che si possa avere presto almeno un’antologia dei suoi numerosissimi volumi di versi. C’è da sperare che anche coloro che non la conoscevano, non avevano avuto la gioia di leggerla, possano farlo. Questo, almeno. Vorremmo che la sua alta presenza intellettuale, spirituale, culturale, umana potesse illuminare questa impoverita letteratura, questa cultura svilita, quest’italia purtroppo davvero “svenduta”… E’ la speranza di molte/molti di noi. E’ il mio augurio più grande, insieme all’immenso dolore per la sua perdita

    Mariella Bettarini

  6. “Se siamo belli, tutto ci è permesso”. Un filo di sottile ironia e di lettura a rovescio del mondo con un ritmo sempre calibrato e musicale…..le sia tutto lieve…Viola

  7. Ringrazio Mariella Bettarini per la sua presenza qui e, soprattutto, per la sua testimonianza sulla figura e l’opera di Maria Grazia.

    Faccio mie le sue riflessioni contro l’ignavia e lo svilimento della cultura: concause conclamate del degrado etico-politico-sociale nel quale siamo immersi: degrado che questo blog non finirà mai di denunciare.

    Un caro saluto a lei e a Viola.

    fm

  8. una triste e dolorosa notizia. una poeta che ha lasciato versi profondi e /anche/ per questo lasciata in disparte. spetta a noi saper ed essere capaci di darle vita.

    un abbraccio

  9. Alessandro, almeno in questo blog faremo di tutto per far meglio conoscere e circolare le sue opere e la sua poesia.

    Un caro saluto.

    fm

  10. E’ molto interessante e istruttiva la lettura delle pagine indicate da Francesco Marotta. Ci si avvicina un poco di più a Maria Grazia Lenisa, tanto grande quanto schiva. Del resto un vero poeta scrive per dar voce a un fuoco interiore, per obbedire a un’intima e cogente esigenza di “dire”, non per raggiungere la gloria. Il vero poeta è illuminato dalla sua stessa luce interiore.
    GBG

  11. Ho avuto la fortuna di conoscere personalmente Maria Grazia, che è stata per me da subito un’amica affettuosa e prodiga di consigli per il mio cammino poetico. una vera “maestra”, debordante di umanità e consapevole della propria grande voce. La sua poesia-ne ho tutti i libri editi da Bastogi. mi ha attraversato lasciandomi tracce indelebili. Sulla posizione, o per meglio dire assenza, della critica ufficiale nei suoi confronti -ma il tempo, si sa, è galantuomo- sono in perfetto accordo con quanto ne dice Mariella Bettarini. Scrissi una recensione sull’indimenticabile Saffo Chimera che appare nel sito sopra citato wwwliterary.it alla voce Annamaria Ferramosca-recensioni.
    un addio che sarà un ritrovarsi sempre, in poesia.

  12. La notizia, in cui sono incappato per caso e tardivamente, mi lascia folgorato e turbato.

    L’antologia, a dire il vero, già c’è, anche se, per ovvie ragioni, non aggiornata fino all’ultimo (“Verso Bisanzio”, Bastogi, 1997: più di dieci anni fa, eppure sembra ieri quando, pur se per lampi, bagliori, frammenti, potei vedere riuniti gli esiti di un più che trentennale percorso di vita, di poesia, di passione, compiuto e sofferto, perlopiù, nell’ombra operosa e virtuosa delle piccole riviste e della piccola editoria).

    Si dovranno certo, un giorno, dividere con chiarezza, a livello critico e di storiografia letteraria, almeno due stagioni della sua poesia e della sua saggistica, anche se legate da un rapporto di continuità, più che di netta cesura.

    Da un lato, le prime, dimenticate raccolte, legate al magistero di Aldo Capasso, altro maestro un poco obliato, e al Realismo Lirico, un movimento di cui la Lenisa fu anche teorica, oltre a rappresentarne, come osservava Barberi Squarotti, il “temperamento forse più schiettamente lirico”: poesia che reagiva alle (vere o presunte) eccessive astruserie, ai criptici intellettualismi, di certa sensibilità ermetica, e in pari tempo alla presunta “bestialità” del neorealismo, riproponendo un lirismo nitido, melodioso, dalle linee precise e scolpite, dall’adamantina nettezza di concetti e di immagini.

    Poi, l’incontro, anche in sede critica, con Zanzotto e con Bàrberi Squarotti, e dunque l’approdo ad una scrittura più distesa, mossa, frastagliata, dalle larghe strutture narrative, ma anche evocative, oniriche, visionarie, a tratti accesamente erotiche, non senza risvolti di mai sterile e compiaciuto sperimentalismo stilistico.

    Ma forse Maria Grazia, nemica dei movimenti, delle etichette, delle contrapposizioni preconcette, non avrebbe accettato questa suddivisione, e avrebbe visto, al fondo di tutta la sua opera e la sua figura, una stessa matrice, una stessa ispirazione, un’unica essenza: la fedeltà consapevole, sofferta e insieme lucida, appassionata e dotta, al valore assoluto e profondo, alla “luminosissima tenebra”, del Corpo-Parola – allo slancio vitale, dionisiaco, eppure perfettamente autocosciente, solidamente progettuale, che animava, in lei, la lirica e il pensiero, l’espressione creativa come l’elaborazione critico-saggistica.

  13. Grazie per questo bell’intervento, Matteo.
    Ti anticipo che la settimana prossima posterò una selezione di testi dall’ultimo libro di Maria Grazia. E altri contributi seguiranno.

    Un caro saluto.

    fm

  14. Che triste aver perso qualcuno senza averlo neppure incontrato sulle pagine! Quande cose si disperdono come rivoli in questo “tempo sbandato”.Mi sento come un barattolo arruginito sulla battigia che aspetti la marea e mi vesto di nero-lutto per una Perdita così luminosa.E provo gelosia per chi a lei si è già accostato.Come un lombrico io striscio sui suoi versi e li accarezzo.Poi sulle corde intono e suono una canzone che credo le si addica:-DANCE TO ME TO THE END OF LOVE di Leonard Cohen.Si può amare oltre il visibile e oltre.Grazie Francesco.La Leggerò!

  15. Come è trista la frase ” commento in attesa di moderazione” in questi giorni di ronde e di bavagli, di censure e divieti.Non mi piace, non può trovarmi d’accordo MAI.Neppure nella Dimora di un poeta come Francesco Marotta che mi accingevo a conoscere con attenzione e rispetto.Mi spiace per l’amica che mi ha indirizzato a questo Sito o blog o Dimora che non mi sembra tanto ospitale.Io sono sarda e da noi la cortesia è sacra, anche quella laica.Marlene

  16. Cara Marlene, la piattaforma wordpress blocca automaticamente tutti gli IP che non riconosce, tra questi, purtroppo, anche coloro che commentano per la prima volta. Se il gestore non è al computer (infatti, per cercare di sopravvivere, deve fare “anche” qualcos’altro) il commento rimane in moderazione, fino a quando non viene sbloccato. E’ esattamente quello che succede a tutti i blog che si appoggiano a WP, basta chiedere in giro e se ne ha immediata conferma. Qui, come già ampiamente detto e dimostrato, non vige *nessuna* forma di censura.

    Oltremodo stupido, poi, sarebbe “moderare” un commento che contiene elogi al blog, dei quali ringrazio sentitamente.

    Un caro saluto.

    fm

  17. Maria Grazia Lenisa, stella luminosissima nel firmamento poetico del Secondo Novecento. Ho avuto il piacere e l’onore di leggere e recensire diversi suoi libri, su “Paideia” e su altre riviste, e lei sempre ricambiò, con estrema sensibilità e – direi – con una delicatezza quasi impalpabile, queste mie attenzioni. La sua poesia è unica, inconfondibile, e rimarrà per sempre.
    Francesco De Napoli

  18. Ho avuto l’enorme piacere di conoscere personalmente Maria Grazia Lenisa in occasione di un premio da Lei vinto di Poesia nella mia città S.Agata Militello in Sicilia.
    Mi ha lasciato uno scritto,un suo giudizio critico sulla mia poesia e mi ha considerato un detective per averla scovata
    nella sua città di Terni.
    La sua poetica erotica e cromatica!Sei un dolce ricordo ed i tuoi versi sono il segno,l’icona, di questo tuo e nostro universo.

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