Le Verbier- Dictés pour (ex)stases criminelles

Enzo Campi

Enzo Campi
Silvia Molesini

Selezione da
«Il Verbaio – Dettati per (e)stasi a delinquere»
di Enzo Campi
Traduzioni in francese di Silvia Molesini

come i residui di limo
avviluppino la fronda
rendendola sacra
è cosa ancora inconosciuta

e a nulla varrà
risalire la china a piedi nudi
se non a infittire le piaghe

anche il sangue reclama il suo verbo

vacua imago del solco
che tatua il derma
della cosa sovrana

e quel neonato silenzio
che si configura
come antenato del senso
voltando le spalle
alle piaghe e ai germogli
muove il suo passo
verso il punto
che sfugge alla presa

*

comme les résiduaires du limon                         
enveloppent le ramage
en le rendant sacré
c’est une chose encore inconnue
 
et à rien vaudra
remonter à pieds nus la pente
sauf qu’à épaissir les plaies
 
même le sang réclame son verbe
 
vide imago du sillon
qui tatoue le derme
de la chose souveraine
 
et ce silence nouveau-né
qui se configure 
tel ancêtre du sens
en tournant le dos
aux plaies et aux bourgeons
dirige son pas
vers le point
qui échappe des mains

*

non ci sono chiavi più o meno adatte

per prima cosa lo spasmo.
di pari passo col tonfo
l’uno elettrico l’altro sordo

poi la retina
irrimediabilmente circoncisa dalla luce.

non c’è spinta che sia definitiva

è ancora tutto fermo
nello stallo
della forclusa iconoclastia
non c’è un velo
dietro il quale
nascondersi
e insieme offrirsi

tutto rinviene
al nucleo incandescente
che ha forgiato
la nostra labile
assenza

tutto procede
di vampa in vampa

e la mano
armata di mantice
è condannata da sempre
a riattizzare il fuoco

*

il n’y a pas de clé plus ou moins indiquée
 
d’abord le spasme
et au même pas le bruit lourd
l’un électrique l’autre sourd
 
en suite la rétine
irrémédiablement circoncise par la lumière
 
il n’y a pas de poussée qui soit définitive
 
tout est encore en arrêt
au même point
de la forclose iconoclastie
 
il n’y a pas de voile
derrière le quel
se cacher
et au même temps se donner
 
tout revient
au noyau incandescent
qui a forgé
notre labile
absence
 
tout procède
de vampe en vampe
 
et la main
armée de soufflet
est toujours condamnée
à réactiver le feu

*

il viandante
si pone all’ascolto
della voce
della sabbia
smottata dal vento

non c’è deserto
che non gli sia affine

sono visibili i fori
macchie nere
sul derma intonacato di fresco
e la rotta voce
che urla il silenzio
erompe da pompe intestine
sognando un fantomatico vello
o l’infausta pietra
che volge al cubo
e vorrebbe squadrarsi
per rendersi appetibile

*

le passant
prend l’écoute
de la voix
du sable
éboulée par le vent
 
in n’y a pas de désert
qui ne lui ressemble
 
les trous sont visibles
taches noires
sur le derme récemment plâtré
et la voix cassée
qui hurle le silence
jaillit de pompes intestines
en rêvant un fantomatique toison
ou bien la pierre funeste
qui tourne au cube
et qui voudrait s’équarrir
pour se rendre désirable

*

ciò che deflagra implodendo
è il solo humus degno di irrorare le ferite

ego
ex machina

appare solo dileguandosi

*

ce qui déflagre en implosant
c’est le seul humus digne de mouiller les blessures

ego
ex machina

ça apparaît seulement en disparaissant 

***

3 pensieri riguardo “Le Verbier- Dictés pour (ex)stases criminelles”

  1. Anche il sangue reclama il suo verbo..

    un incipit nell’incipit, grandioso!

    molto apprezzata la sfumatura del rigo
    rosso rubino ai margini della pupilla
    la pausa,
    che annuncia l’intervallo.

    il mio genere, senza ombra di dubbio.

  2. per me è stato disvelante entrare in questi versi di Enzo, dove nessuna parola è fine a se stessa a tal punto che si percepisce precisamente il finisterre dove poi cade, o tace

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