La volpe (15 luglio 1997-15 luglio 2009) – di Francesca Matteoni

[…] Ma è vero – la luce è terribile. È terribile avvertire con ogni fibra e centimetro di pelle tutto lo stordimento del dolore e della resa, come una mano enorme che ti scaglia sul suolo, ti tiene, così solamente ti sostiene. È terribile allargare le braccia, dire sì, riuscire a vedere, quando l’oggetto è ormai distante, sfolgora nella sua perdita. La mancanza diventa interezza – ci schianta e ci entra nelle ossa, col vigore di un corpo mai avvertito così tenace e forte. Ciò che è morto soltanto sa vivere nelle parole.

[…] Un volto, un nome, la stretta dei baci, la pelle cavata via nel sesso – erano solo i residui solidi con cui stipare le tasche e affondare. Il mondo mi commuoveva troppo, era insopportabile come l’invisibilità del mio camminarci dentro, l’incanto spezzato degli anni in cui bastava rifugiarmi sotto il letto e pensare, pregare Dio, essere buona, perché mi tornasse un senso pieno delle cose, perché agli altri io fossi magicamente un senso.

[Sono due stralci, a caso, da un testo splendido di Francesca Matteoni, da leggere assolutamente qui…]

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6 pensieri riguardo “La volpe (15 luglio 1997-15 luglio 2009) – di Francesca Matteoni”

  1. molto intenso, forte, bello. A volte all’origine o in soccorso della scrittura interviene un nucleo di verità, l’indicibile del dolore in questo caso, Francesca, di un vissuto e di una scrittura che fanno i conti con un grande tabù. Ti abbraccio.

  2. Letto per intero su NI. Faccio i miei complimenti a Francesca perchè non credo sia stato facile trasferire in parole senza retorica un dolore così intenso. Forse la scrittura, in un certo senso, potrà mettere un punto definitivo di sutura, una lontananza dal dolore, ma, a volte, un’assenza può divenire presenza costante nel ricordo, nella memoria di lucciole che sempre torneranno tra uno spazio-respiro e l’impietoso tempo che chiede di essere vissuto.

    un carissimo saluto a Francesca e Francesco

    jolanda

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