di Anna Maria Farabbi
Guarda con quanta grazia la notte s’è formata.
Fuori l’eco non parla con nessuno
nessuno nessuno nessuno.
Le radici ora circolano dove non sono mai stato
nella bocca nera della terra.
Il cuore del legno viene da lontano.
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È venuta a mancare in questi giorni Annamaria De Pietro, poetessa di raro spessore e persona squisita per gentilezza e riservatezza (dico questo per diretta esperienza personale); ripropongo un mio intervento che avevo pubblicato tempo fa su Carteggi letterari; tra i molti libri di cui ho scritto in passato questo Venti fusioni a cera persa è uno dei pochi che ancora conserva per me valore (un grandissimo valore, anzi) e che non mi ha fatto pentire di avergli dedicato tempo e attenzione. Annamaria mi mancherà tantissimo, come artista e come persona e mi auguro che l’eccelsa res publica poetica italica si accorga di questa perdita.
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Cosimo Ortesta (Taranto, 1939 – Roma, 2 settembre 2019)
Rembrandt
I
Troppo occupato per poter viaggiare
dotato di prodigiosa fantasia
sembra che non abbia tuttavia
mai dipinto un vaso di fiori.
Gli interessava la dissezione anatomica
che immancabilmente però
e diversamente dalla scena da lui nel 1632 raffigurata
dallo stomaco iniziava
non dalla mano
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non potendo cantare il mondo che lo escluse / Reb Stein cominciò a leggerlo nel canto