Lamento per Belgrado

Miloš Crnjanski

“Il Lamento per Belgrado è un teatro di ombre cinesi animate da un uomo che si considera morto per la propria patria e in forza di ciò è in grado di proiettare sul muro del proprio dolore un duello senza vinti né vincitori tra il Nulla e il Nirvana.”

Miloš Crnjanski, Lamento per Belgrado
(Lament nad Beogradom, 1962)

Cura, prefazione e traduzione di Massimo Rizzante
con uno scritto di Božidar Stanišić
Rovigo, Il Ponte del Sale, “Il Labirinto del Mondo”, 2010

JAN MAJEN i moj Srem,
Paris, moji mrtvi drugovi, trešnje u Kini,
priviđaju mi se još, dok ovde ćutim, bdim, i mrem,
i ležim, hladan, kao na pepelu klada.
Samo, to više i nismo mi, život, a ni zvezde,
nego neka čudovišta, polipi, delfini,
što se tumbaju preko nas, i plove, i jezde,
i urliču: «Prah, pepeo, smrt je to».
A viču i rusko «Ničevo» –
i špansko «Nada».

*

JAN MAYEN e il mio Srem,
Parigi, i miei compagni defunti, i ciliegi in Cina,
m’appaiono di nuovo, mentre qui taccio, veglio, e muoio
e resto supino, freddo, come un ceppo nella cenere.
Solo, noi non siamo più noi, la vita, e neppure le stelle,
ma mostri, polipi, delfini,
che aleggiano su di noi, e nuotano, e cavalcano sulle onde,
e urlano: «Polvere, cenere, morte, nient’altro».
E gridano in russo: «Ničevo» –
e in spagnolo: «Nada».

 

***

 

Ti, međutim, rasteš, uz zornjaču jasnu,
sa Avalom plavom, u daljini, kao breg.
Ti treperiš, i kad ovde zvezde gasnu,
i topiš, ko Sunce, i led suza, i lanjski sneg.
U Tebi nema besmisla, ni smrti.
Ti sjajiš kao iskopan stari mač.
U Tebi sve vaskrsne, i zaigra, pa se vrti,
i ponavlja, kao dan i detinji plač.
A kad mi se glas, i oči, i dah, upokoje,
Ti ćeš me, znam, uzeti na krilo svoje.

*

Tu, intanto, ti ergi, con l’astro chiaro dell’aurora,
con l’azzurra Avala, in lontananza, come una collina.]
Tu scintilli, anche quando qui le stelle si spengono,
e sciogli, come il Sole, il ghiaccio delle lacrime e la neve di un tempo.]
In Te non esiste il non senso, né la morte.
Tu brilli come una vecchia spada dissepolta.
In Te tutto resuscita, e danza, e volteggia,
e si ripete, come il giorno e il pianto dei fanciulli.
E quando la mia voce, e i miei occhi, e il mio respiro si estingueranno,]
Tu mi accoglierai, lo so, nel tuo grembo.

 

***

 

ESPANJA i naš Hvar,
Dobrović mrtvi, šejk što se u Sahari beli,
priviđaju mi se još, kao utvare, vatre, var.
Moj Sibe poludeli, zinuo kao peš.
Samo, to više nismo mi, u mladosti i moći,
već neki papagaji, čimpanzi, neveseli,
što mi se smeju i vrište u mojoj samoći.
Jedan se «Leiche! Leiche! Leiche!» dere.
Drugi šapće: «Cadavere!»
Treći: «Leš, leš, leš!».

*

ESPAÑA e la nostra isola di Hvar,
il fu Dobrović, lo sceicco che biancheggia nel Sahara,
m’appaiono di nuovo, come fantasmi, fuochi, inganni.
E il mio Sibe impazzito, la bocca spalancata come uno scorfano.
Solo, noi non siamo più noi, la gioventù e la potenza,
ma dei pappagalli, degli scimpanzè, tristi,
che sghignazzano e sbraitano nella mia solitudine.
Uno grida: «Leiche, Leiche, Leiche!».
Un altro mi sussurra: «Cadavere!».
Un terzo: «Leš, leš, leš!».

 

***

 

Ti, međutim, širiš, kao labud krila,
zaborav, na Dunav i Savu, dok spavaju.
Ti budiš veselost, što je nekad bila,
kikot, tu, i u mom kriku, vrisku, i vapaju.
U Tebi nema crva, ni sa groba.
Ti blistaš, kao kroz suze ljudski smeh.
U Tebi jedan orač peva, i u zimsko doba,
prelivši krv, kao vino, u novi meh.
A kad mi klone glava i budu stali sati,
Ti ćeš me, znam, poljubiti kao mati.

*

Tu, intanto, apri come un cigno le tue ali,
e l’oblio, sul Danubio e sulla Sava, addormentati.
Tu risvegli l’allegria, quella di un tempo,
e le risate, mentre chiedo aiuto, urlo e piango.
In Te non ci sono vermi, neppure nelle tombe.
Tu brilli, come il riso nelle lacrime.
In Te un contadino canta, anche d’inverno,
versando il sangue, come vino, nell’otre nuova.
Ma quando suonerà l’ultima ora e il mio capo si reclinerà,]
Tu mi bacerai, lo so, come fossi mia madre.

 

***

 

TI, PROŠLOST, i moj svet,
mladost, ljubavi, gondole, i, na nebu, Mljetci,
priviđate mi se još, kao san, talas, lepi cvet,
u društvu maski, koje je po meni došlo.
Samo, to nisam ja, ni Venecija što se plavi,
nego neke ruševine, aveti, i stećci,
što ostaju za nama na zemlji, i, u travi.
Pa kažu: «Tu leži paša! – Prosjak! – Pas!»
A viču i francusko «Tout passe».
I naše «Prošlo».

*

TU, MIO PASSATO, mio universo,
gioventù, amori, gondole, e nel cielo Venezia,
mi siete apparsi di nuovo, come un sogno, un’onda, un bel fiore,
in mezzo a un corteo di maschere venute a prendermi.
Solo, io non sono io, né Venezia l’azzurra,
ma rovine, ombre, menhirs
che spuntano alle nostre spalle dalla terra, e nell’erba.
Dicono: «È un pascià quello che giace qui! – Un mendicante! – Un cane!»]
E gridano in francese: «Tout passe».
E il nostro: «Prošlo».

 

***

 

Ti, međutim, stojiš nad širokom rekom,
nad ravnicom plodnom, tvrd, uzdignut kao štit.
Ti pevaš vedro, sa grmljavom dalekom,
i tkaš u stoleća, sa munjama, i svoju nit.
U Tebi nema moje ljudske tuge.
Ti imaš streljača pogled prav i nem.
Ti plač pretvaraš kao dažd u šarene duge,
a hladiš, ko dalek bor, kad te udahnem.
A kad dođe čas da mi se srce staro stiša,
Tvoj će bagrem pasti na me kao kiša.

*

Tu, intanto, ti stagli sul fiume imponente,
e la fertile pianura, forte, ritto come uno scudo.
Tu canti allegro, in compagnia del tuono lontano,
tessendo nei secoli, con i fulmini, le tue fila.
In Te non c’è la mia umana tristezza.
Tu hai del sagittario lo sguardo onesto e muto.
Tu trasformi come la pioggia i pianti in arcobaleni colorati,]
e rinfreschi, se ti aspiro, come un pino lontano.
Ma quando verrà il tempo che il mio vecchio cuore si plachi,]
la tua acacia cadrà su di me come pioggia.

 

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Note

Jan Mayen: isola del Mar del Nord, situata a est della Groenlandia.

Srem: regione natale di Crnjanski. Originariamente abitata dagli Illiri e poi romanizzata nel I secolo a. C., è una regione per lo più pianeggiante fatta eccezione per le colline della Fruška Gora. Situata a sud della pianura pannonica, è delimitata a meridione dal fiume Sava e a nord e a est dal Danubio. Oggi è politicamente divisa tra il distretto serbo dello Srem, situato all’interno della regione autonoma della Vojvodina, e la regione croata di Vukovar.

Ničevo: nulla, in russo.

Nada: nulla, in spagnolo.

Avala: collina che sorge a diciotto chilometri dal centro di Belgrado.

Hvar: Hvar (Lesina) è un’isola della Dalmazia centrale (Croazia), tra le più soleggiate e ricche di vegetazione.

Il fu Dobrović: Petar Dobrović è stato un artista serbo. Nato a Pécs nel 1890, pittore di talento e rivoluzionario marxista (nel 1921 fu eletto presidente della piccola repubblica serbo-ungherese di Baranja Baja), insegnò all’Accademia di Belle Arti di Belgrado, imponendosi come figura di primo piano della pittura jugoslava dei primi decenni del Novecento. Morì nel 1942 durante l’occupazione tedesca di Belgrado.

Il mio Sibe: Josip Sibe Miličić (Brusje, Hvar, 1886-Bari, 1944), poeta, narratore, traduttore, dopo aver studiato nelle università di Vienna, Firenze, Roma e Parigi, allo scoppio della prima guerra mondiale si arruolò nelle fila dell’esercito serbo. Autore del Manifesto del movimento letterario del cosmismo (1920), è stato uno dei più noti avanguardisti delle letterature degli slavi meridionali.

Leiche: cadavere, in tedesco.

Leš: cadavere, in serbo.

Prošlo: passato, in serbo.

Não: no, in portoghese.

Ne: no, in serbo.

Sava: la città di Belgrado si trova in una valle circondata dalle colline, alla confluenza dei fiumi Sava e Danubio.

Kalemegdan: antica fortezza di Belgrado.

Grob: tomba, in serbo.

Mrak: tenebre, in serbo.
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Miloš Crnjanski (Csongrád, 1893 – Belgrado, 1977) è con Andrić e Krleža uno dei massimi rappresentanti delle letterature slave del XX secolo. Fu poeta, pubblicista, traduttore, romanziere e autore di drammi teatrali. Dopo la prima guerra mondiale, studiò a Vienna e a Belgrado. Nel 1928 intraprese la carriera diplomatica soggiornando a Berlino, Lisbona e Roma. Allo scoppio della seconda guerra mondiale emigrò a Londra, dove visse fino al 1965, anno del suo ritorno a Belgrado. Migrazioni (Seobe), pubblicato in due volumi nel 1929 e nel 1962 (Adelphi 1992 e 1998 a cura di Lionello Costantini), è universalmente ritenuto il suo capolavoro. L’opera di Crnjanski, tuttavia, è vasta e per lo più sconosciuta nel nostro paese. Il poeta modernista di Itaca (Lirika Itake, 1919), l’autore ribelle dei Racconti al maschile (Priče o muškom, 1920) e del Diario di Čarnojević (Dnevnik o Čarnojeviću, 1921) è ancora inedito in Italia. Così come tutto da scoprire è il cultore originale dell’arte italiana di Amore in Tocana (Ljubav u Toskani, 1930) e del Libro su Michelangelo (Knjiga o Mikelandelu) uscito postumo nel 1981, il viaggiatore di Dalla terra degli Iperborei (Kod Hiperborejaca, 1966) e il narratore di Romanzo di Londra (Roman o Londonu, 1971), uno dei più grandi affreschi della letteratura di ogni tempo sull’esperienza dell’esilio. Lamento per Belgrado, scritto nel 1956 e pubblicato nel 1962, è qui presentato per la prima volta in traduzione italiana.
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37 pensieri riguardo “Lamento per Belgrado”

  1. MA dimmi come hai fatto, io…l’ho ricevuto solo oggi…Ma sono contenta che sia apparso qui, da te, davvero molto contenta. ferni

    PS:sai cosa faccio…ti esporto. Ferni

  2. strane diatribe nascono per questo nostro ultimo nato. Il gruppo de Il ponte del sale è davvero molto contento che in più blog ci si occupi di questo libro. Mi sarebbe piaciuto sapere come hai fatto ad averlo in ateprima e così formattato. Cuorisità a cui non hai ancora dato una risposta. Fa niente. Non è fondamentale:la cosa importante è che il libro arrivi ai lettori, che se ne ascolti la voce. Di nuovo grazie a nome de Il POnte del Sale,fernanda f.

  3. Dovrei commentare su Nazione Indiana, ma lì vado soggetto a una censura a dir poco rizomatica, e perciò segnalo questo lapsus aritm[et]ico (di Rizzante o di Inglese? è proprio vero, l’adagio russo: “il diavolo fa le pentole, ma non i copechi”).

    *Il Lamento è un breve poema che conta 120 versi di 12 strofe, ciascuna di 10 versi, disposte alternativamente, a sinistra e a destra, per un totale di 12 pagine.*

    db

  4. @db
    caro db il Lamento conta 120 versi in tutto. Ciascuna stanza è di 10 versi.
    Si può leggerlo anche come una successione di 12 poesie, ciascuna composta da 10 versi. Il risultato è sempre 120. Dov’è il problema?

  5. Cara Fernanda, credo sia un po’ difficile per chiunque rispondere in rete, in calce a un post, se non si ha a disposizione un computer o, nel caso lo si possegga, si è, magari, impossibilitati ad utilizzarlo.

    A più tardi.

    Intanto, un saluto a tutti.

    fm

    p.s.

    Scusa, Massimo, se il tuo commento è rimasto sospeso, ma ho avuto modo di collegarmi solo adesso.

  6. anzi, già che ci sono, ritorno sul mio incipit: *Dovrei commentare su Nazione Indiana, ma lì vado soggetto a una censura a dir poco rizomatica*. ecco, Rizzante, se non risbaglio sei un redattore di NI, e dunque, visto che ti ritengo una persona normale almeno quanto me, ti sussurro con John quel che lui gridò all’orecchio di Paul

  7. cartesensibili è la casa in rete dell’editore Il Ponte del sale, e ha pubbblicato i testi che erano già usciti qui con l’aggiunta di ulteriori due testi e una parte dell’introduzione all’opera. Non credo che sia lei db a potere criticare le scelte attuate non da un blogger ma dall’editore stesso.
    fernanda f. per cartesensibili e Il Ponte del sale.

  8. *Non credo che sia lei db a potere criticare le scelte attuate non da un blogger ma dall’editore stesso.*
    Cioè, se una scelta è del blogger è criticabile, se è dell’editore no. Se ad es. un editore censura un autore, non è criticabile da me, se invece lo censura un bolgger sì.
    Mi può dire, ferninero, il regime in cui vive?

  9. in uno di libertà in cui le sue restano opinioni che non conducono a nulla. Le interessa il libro parli di quello, le interessa l’editoria, micro o macro o mega, parli di quella quando è di editoria che si parla. fernanda ferraresso
    E con chi ho il piacere di dialogare?db potrebbe essere una banca un data base un dialbrodo…

    1. Copiare un commento da un altro blog (senza nemmeno linkare la fonte, oltretutto) e riportarlo qui (o altrove, fa lo stesso) per farne la parodia denigratoria dell’autore, è un’operazione semplicemente indecente.

      Sei pregato di rivolgerti ai diretti interessati, qualora tu abbia qualcosa da dirgli o da contestargli.

      fm

  10. ciao a tutti. spero che dopo questo breve messaggio si cambi un po’ l’oggetto di discussione. mi trovo alla fine del percorso di studi e sto traducendo i diari di carnojevic. dove posso trovare qualche informazione sull’autore, che non si limiti alla data di nascita e al luogo di provenienza? in italia è mai stata pubblicata un’antologia (a parte quella di Cronia) che presenti una corposa descrizione dello scrittore?
    vi ringrazio in ogni caso..
    lelia

    1. Lelia, spero che Rizzante sia in zona e possa darti delle informazioni. Avanzo la richiesta anche a qualcuno degli studiosi e traduttori degli autori di area balcanica che frequentano il blog.

      Ciao, grazie a te.

      fm

  11. *Copiare un commento da un altro blog (senza nemmeno linkare la fonte, oltretutto) e riportarlo qui (o altrove, fa lo stesso) per farne la parodia denigratoria dell’autore, è un’operazione semplicemente indecente.*
    Marotta, ok, questa è la legge morale dentro di te, e in base a questa legge hai censurato il mio commento come “semplicemente indecente”. Però c’è un però: senza mostrare democraticamente al pubblico il commento, ti sei posto come arbitro assolut[istico]: com’è breve la via dall’anarchia alla purga!
    Puoi sempre redimerti: o dire come molti *compagni* di rete: “questa è casa mia” = w la proprietà privata, e mantenere la censura; o reintegrare il commento mio affiancandolo alla tua condanna, e lasciare democraticamente al pubblico giudicare (tra l’altro, fosse esso commento indecente, la vergogna cadrebbe molto più sonora su di me).

  12. siccome tagliato/cancellato/cassato qui viene detto *moderato*, a cosa corrisponde allora *censurato*? a castrato/torturato/bruciato?

    se non ho buon gusto, il lettore dirà: che cattivo gusto! ma se non può vedere? crederà al moderatore sulla parola? e si accontenterà di una democrazia a ore? misteri gaudiosi della rete…

    a parte le battute, trovo osceno che venga oscurato uno scherzo (fine? volgare?), quand’esso è esposto in riferimento diretto a una persona come Max Rizzante, il quale è non solo studioso, ma pure adepto di un grande scrittore che mostrò come in regime staliniano uno scherzo portasse alla censura, alla gogna, alla galera. w lo scherzo! w kundera!

  13. censurato era una (l’ultima) generosissima concessione alla tua fame di martirio in rete…

    censura… purga…

    Come al solito dimostri di aver capito tutto, non ti sfugge proprio niente. E allora, se le cose stanno così, non vedo perché tu continui a frequentare questo posto. Hai un blog, usalo per le tue esigenze nutrizionali – e lascia agli altri di continuare il loro sporco lavoro di castratori e torturatori del libero pensiero…

    fm

    p.s

    Il tuo *scherzo* è rimasto visibile per un’intera giornata solo perché ho ben altro per la testa che starmene al computer a controllare le tue scorribande: ti avrei castrato all’istante!

  14. Discussioni a parte. questo poeta è grande e il suo “Lamento per Belgrado” è splendido!
    Confesso piena di vergogna che non lo conoscevo (sono molto ignorante ) e ringrazio moltissimo chi me lo ha proposto qui!
    lucetta f.

  15. @Leila: non credo esista in Italia un’antologia poetica (o prosastica) dell’opera di Crnjanski. Per avere notizie sull’autore, intanto darei un’occhiata al libro in questione.
    Ecco, comunque, una nota più ricca (si veda il sito della Crnjanski Foundation: http://www.mcrnjanski.org.rs):

    Miloš Crnjanski rođen je 26. oktobra 1893. godine u Čongradu (mala varošica u Mađarskoj, „činovnički Sibir“ za nepodobne srpske činovnike onog vremena), od oca Tome i majke Marije, rođene Vujić. Mala porodica Crnjanski živela je u bedi. „Majka me je prepovijala“, zapisaće mnogo kasnije Crnjanski, „u koritu za mešanje hleba.“ Porodica će se ubrzo, 1896, preseliti u Temišvar, gde mladi Crnjanski uči osnovnu školu i gimnaziju, a 1905. postaje đak Pijarističkog liceja.
    U Temišvaru će mladi školarac igrati fudbal, gimnasticirati, ali i slikati i napisati svoje prve stihove, pa i pesmu „Sudbu“, koju će objaviti u somborskom listu “Golub”, 1908. godine.
    Pisanje ga zaokuplja – okušava se i u drami i u romanu, a kao pesnik predstaviće se i u „Bosankoj vili“, 1912, pesmom do koje će veoma držati – „U početku beše sjaj“. Iste godine na Rijeci upisuje Eksportnu akademiju, a već iduće, 1913, i filozofiju u Beču.
    U Beču ga zatiče i Prvi svetski rat, gde je mobilisan u austrougrsku vojsku. Ratuje u Galiciji i Italiji, zamalo ne izgubivši glavu. Posle rata, 1918, dolazi u Beograd, gde upisuje studije književnosti i uređuje list „Dan“. Objavljuje prve knjige – zaredom: dramu Maska (1918), Liriku Itake (1919), Priče o muškom (1920) i Dnevnik o Čarnojeviću (1921).
    Na kratko putuje u Pariz i Italiju, a po povratku, 1921, ženi se Vidom Ružić, koja će mu ostati doživotna supruga, „deleći s njim radosti njegove slave i gorčine njegovog stradanja“, kako će pred smrt u svome testamentu zapisati g-đa Crnjanski. Sa radom počinje kao nastavnik u Pančevačkoj gimnaziji, a posle stečene diplome na Filozofskom fakultetu (1922) postaje profesor IV beogradske gimnazije. Bavi se angažovano i novinarstvom – u „Vremenu“, „Politici“, „Našim krilima“, „Jadranskoj straži“.
    Postaje i ataše za štampu u Berlinu (1928/9). Ali ne zapostavlja pisanje. Roman “Seobe”, koji je objavljivao u Srpskom književnom glasniku (1927), dve godine kasnije objavljuje i kao knjigu, za koju će dobiti i nagradu Srpske akademije nauka (1930). Ređaju se knjige:” Ljubav u Toskani”, “Sabrana dela”, u dva toma, “Knjiga o Nemačkoj”, “Sveti Sava”.
    Godine 1934. i 35. posvetiće svom nedeljniku „Ideje“, kojim će izazvati burne književne i političke polemike onoga vremena.
    Ući će i u diplomatsku službu Kraljevine Jugoslavaije – u Nemačkoj (1935/38) i u Italiji (1939/41). Po izbijanju rata evakuisan je iz Rima, preko Madrida, za Lisabon, odakle odlazi u London, gde će neko vreme biti i savetnik za štampu u jugoslovesnkoj emigrantskoj vladi. U Londonu ostaje i posle rata, sve do 1965. godine kada se vraća u Beograd.
    Iako će mu emigrantske godine biti mukotrpne, biće one stvaralački bogate. Napisaće tamo veliki “Roman o Londonu” i svoje najznačajnije delo – Drugu knjigu “Seoba”. Kao i svoj “Lament nad Beogradom” (1956), ali koji će najpre objaviti u Johanesburgu (1962). Ali pre samog autora, u zemlji će se pojaviti više njegovih knjiga: “Seobe”, “Dnevnik o Čarnojeviću”, dramu “Konak” (koja će se 1958/59. izvoditi u Narodnom pozorištu u Beogradu), “Itaka i komentari”, Druga knjiga “Seoba”… a nedugo po povratku i “Sabrana dela” u 10 tomova (1966), u okviru kojih prvi put i “Kod Hiperborejaca”. Počinje da objavljuje delove svojih memoara “Embahada” u kojima će za sebe reći da je bio „mala igračka sudbine“.
    Početak osme decenije obeležiće njegovi novi romani “Kap španske krvi” (1970) i “Roman o Londonu” (1971), za koji će dobiti i NIN-ovu nagradu i Nagradu za najčitaniju knjigu godine. Poslednje godine života posvećuje “Knjizi o Mikelanđelu”, kojim se, u stvari, bavio celog svog života. Napunivši 30. oktobra 1977. osamdeset i četiri godine, umire mesec dana kasnije, 30. novembra, pošto je prestao da uzima hranu i lekove. Tek posthumno objaviće se njegove velike knjige “Knjiga o Mikelanđelu” (1981) i “Embahade” (1985). Ali u rukopisnoj zaostavštini ima još neobjavljenih stranica najvećeg srpskog pisca – sve one naći će se jednog dana u DELIMA MILOŠA CRNJANSKOG u izdanju zadužbine Miloša Crnjanskog.
    Zadužbina od 1981.g. dodeljuje dve književne nagrade: “Nagradu Miloša Crnjanskog” za prvo objavljeno delo ( roman, pripovetka, poezija, drama, esej, putopis, memoaristika ) i nagradu “Stražilovo” za najbolji studentski rad o delu Miloša Crnjanskog.
    KNJIŽEVNA DELA:
    
Objavljena dela:”Maska”, “Priče o muškom”, “Lirika Itake”, “Itaka i komentari”, Dnevnik o Čarnojeviću”, Odabrane pesme”, “Kod Hiperborejaca”, “Seobe I, II”, “Sveti Sava”, “Naše plaže na Jadranu”, “Boka Kotorska”,”Ljubav u Toskani”, “Pisma iz Pariza”, “Roman o Nemačkoj”, “Roman o Londonu”, “Konak”, “Kap španske krvi”, “Knjiga o Mikelanđelu”, “Embahade”, poeme :”Stražilovo”, “Serbia”, “Lament nad Beogradom”
    Među onima koji su 20-ih godina nazvani “posleratnim piscima”, Crnjanski je bio ne samo najodlučniji pobornik literature “novih oblika, nove osetljivosti”, već i najefikasniji stvaralac takve literature. Sa knjigama “Lirika Itake”, “Priče o muškom”, “Dnevnik o Čarnojeviću”, sa novim sumatraističkim pesmama, sa poemom “Stražilovo” u tri nastavka, u tri razna časopisa, sa poetskim proglasima, esejima, putopisima, postaje vodeće ime proze i poezije. “Itaka” sa političkim, patriotskim, rušilačkim elementima, unosi u poeziju temperament besomučnosti, zaludnosti, autentičan anti-ton, ironiju koja je krik lišavala patetike. Stihovi su znali da budu neartikulisani, deklarativni, opori, nebrižljivog jezika iako disciplinovano uritmovani. Ove “Vidovdanske pesme”, nazvane tako po principu, a ne po Kosovu, poseduju, pored sentimentalnih prizvuka jednu vrstu kontrastne, oficirsko-erotske poezije udvaračkog dekadenstva. Glavna tema je ipak kritika rata, koji je obeležio čitavu generaciju apsurdom i osećanjima ličnog poraza. Crnjanski 1959.g. objavljuje i komentare ovoj zbirci, koji objašnjavaju vreme u kojem je ona nastala i ujedno postaju dokumentarna varijanta “Dnevnika o Čarnojeviću”.
    “Dnevnik o Čarnojeviću” nalikuje na poemu, istrzanu i napregnutu, čija anarhičnost je razvedena tako da se tokovi neposredne deskripcije i poetskih osećanja prepliću, da su pesnikova kazivanja data sa jedne strane u prenaglašenoj čulnosti i oporosti ratne realnosti, a sa druge, u sublimnoj tragičnosti jedne poetske zamišljenosti. Sav od “ponegovane rezignacije”, sa cinizmom koji brani toplinu za tragično od sentimentalnosti, i koji prelazi u ironiju, u humor koji nije ruganje, već osmehnutost svemu, i sa lirikom koja bi da svu neveselost ove knjige obavije blagošću, “Dnevnik o Čarnojeviću”, ostaje na vrhovima naše proze.
    “Seobe”I,II, su jedan moderan ep u kojem je pisac kroz istorijsko-migracioni motiv, kroz lutanja i zaludnost podunavskih Rasciana, dao odiseju jednog naroda, koji traži obećanu zemlju. To je jednim delom istorijski roman koji predstavlja tragičnu soluciju malog naroda u velikom svetu, koji ga podređuje u potpunosti svojoj volji i političkim interesima. Ali kako je Crnjanski sam isticao, to nije istorijski roman, iako je u njemu prikazana prošlost 18 veka, niti je to rekonstrukcija istorijskih romana u stilu Valtera Skota i Aleksandra Dime, to je:”…roman o ljubavnom trokutu dva brata i jedne žene u jednom vremenu, roman svakog muža koji u ratu mora da ostavi kod kuće svoju ženu, i roman žene koju je muž ostavio…roman čitavog naciona, jednog dela našeg naroda i onog što se zvalo pozadina u ratu…roman čoveka koji stari i kojem je žena dosadila i koji je željan da čitavom jednom kraju našem, stotinama, hiljadama ljudi, nađe lepšu budućnost.” “Seobe” donose jedno novo osećanje svog tla i naroda, kao bića: pomno, svesrdno a bez nacionalizma u rodoljublju, tragično, ali bez leleka, i zato poetski preneto u jedan širi vid ljudske zakonitosti, u osećanje svoje postojbine kao dela tragičnosti svekolikog sveta, sa večitim odnosima i neminovnostima u njemu.
    Preuzeto sa: Zadužbina Miloša Crnjanskog i iz kritike Živorada Stojkovića “Pesnički put Miloša Crnjanskog” ( predgovor knjizi M. Crnjanski “Lirika, proza, eseji”, Matica Srpska, SKZ, Novi Sad, Beograd, 1972.g.)

    Maša Prihotko, 2009

  16. grazie a tutti per l’aiuto! ho trovato dei libri interessanti in biblioteca. ringrazio anche fm per il link, ma quella fanciulla ha prodotto una tesi un po’ povera di fonti (mi chiedo dove abbia preso quelle informazioni) e ha praticamente riscritto il diario. non ha rispettato crnjanski! grazie lo stesso però, siete stati tutti gentilissimi.

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