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Breve saggio sullo scrivere a matita

È probabile che questo breve saggio vada a confermare, nella realtà e contro le sue stesse intenzioni che ne vogliono esaltare la bellezza e la valenza anche etica, il tramonto definitivo dello scrivere a mano e in particolare a matita: se Peter Handke afferma che non la penna, non la macchina per scrivere, ma la matita (der Bleistift) è il suo “attrezzo” per scrivere (Werkzeug), egli, degno continuatore nel territorio della matita (Bleistiftgebiet) di Robert Walser, dischiude la prospettiva d’uno scrivere lento, felice della morbidezza del tratto e della mina che va, poi, spesso temperata (atto da eseguirsi anche questo con attenzione e pazienza, ben misurando i giri e la pressione nel temperamatite, o i tagli e la loro inclinazione se si usa un coltellino); chi osservi i manoscritti di Handke ne nota la limpida armonia, il procedere elegante del tratto, la precisione nelle titolazioni, nella numerazione delle pagine, nelle date di stesura ivi apposte – ma poche persone, sempre meno scrivono a mano, e con la matita meno ancora…

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Note di lettura (VII) – Peter Handke

Peter Handke

Antonio Scavone

Il desiderio infelice
(Peter Handke)

     Non è peregrino pensare che le madri di scrittori e poeti, parchi o prolifici che siano, abbiano chiesto qualche volta ai propri figli di scrivere di loro. È un’aspettativa naturale per quanto timida e discreta, è il segno di un’empatia biologica e per così dire pre-letteraria che non richiede folgoranti esternazioni ma che vive piuttosto nell’intimità e nel segreto, sicuramente nell’auspicio che quel figlio “letterato” possa un giorno scrivere di quell’affetto, di quel legame di sangue e di vita per una compensazione (o una ricompensa) antropologica, familiare, culturale. Continua a leggere Note di lettura (VII) – Peter Handke